La sfida dell'educazione femminile in Camerun
07-11-2017 | di COOPI

La sfida dell'educazione femminile in Camerun

Nella regione Estremo Nord del Camerun l'accesso all'istruzione per le bambine rimane un problema da risolvere. Agli ostacoli di natura economica, inaspriti dall'operato di Boko Haram, si somma la convinzione radicata nella cultura locale per la quale solo i maschi abbiano diritto a proseguire i propri studi, laddove le femmine vengono invece indirizzate sin dalla giovanissima età alla vita domestica e promesse in matrimonio. La disparità di genere prosegue poi nella frequente mancanza di registrazione delle bambine all'anagrafe, causata dalle distanze tra villaggi rurali e cittadine.

Nel contesto del progetto "Riedupace", finanziato da AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), COOPI porta avanti molteplici attività di sensibilizzazione volte a veicolare l'importanza di un'istruzione rivolta ad entrambi i sessi. Tale operato si poggia sul dialogo diretto con le famiglie mediante l'organizzazione di eventi nelle scuole, fornendo un'occasione a queste ultime di constatare i benefici usufruiti dai giovani studenti sia in fatto di istruzione che nei servizi complementari forniti (tra cui il cibo e, per i più bisognosi, materiale scolastico gratuito).

In rapporto a quanto enunciato nel quarto obiettivo di sviluppo sostenibile, che ha fissato al 2030 il raggiungimento di un'educazione primaria e secondaria «equa e inclusiva» per maschi e femmine, emerge come le trenta scuole coinvolte nel progetto richiedano un lavoro paziente e prolungato. Il coordinatore delle attività di progetto Sylvestre Woumbondi, in una recente intervista per Vita, ha infatti indicato che «le bambine rappresentano circa il 50% degli studenti nelle prime classi, fino ai nove o dieci anni, poi diminuiscono al 30% e sono solo il 10% nelle classi più avanzate, tra gli adolescenti».

A soli cinque mesi dal lancio, tuttavia, gli esiti sembrano incoraggianti. Secondo il capo progetto Vincenzo Altomare, le autorità locali «hanno capito il valore e il significato del nostro lavoro e questo non è scontato»: un buon auspicio per lo sviluppo di condizioni migliori. Tra le famiglie dei beneficiari si è poi già riscontrato un aumento delle registrazioni dei figli all'anagrafe, passaggio senza il quale l'accesso agli esami scolastici- e dunque al conseguimento del titolo scolastico- è impossibile.