29-01-2016 | di COOPI
Memorandum sull'RCA all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
Rep. Centrafricana: le ong chiedono un'attenzione maggiore per migliorare la protezione della popolazione e garantire gli aiuti umanitari
10 ong internazionali, tra cui COOPI unica ong italiana, presentano all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si svolgerà il prossimo 1° ottobre, un memorandum per evidenziare ancora una volta la gravità della situazione in Repubblica Centrafricana e chiedere all'Assemblea di mettere al centro delle sue decisioni le sorti del popolo centrafricano.
In RCA il proliferare dei gruppi armati e la loro divisione in sottogruppi, sta rendendo sempre più complessi gli aiuti umanitari. Le ong trovano sempre più difficile negoziare l'accettazione della loro presenza sul field e i numerosi attacchi testimoniano che il rispetto dei i principi umanitari non è più così scontato.
Da gennaio 2014 a giugno 2015, 19 operatori umanitari sono stati uccisi; ci sono stati 272 attacchi, tra cui 138 contro cooperanti. Molte vie di comunicazione sono diventate troppo pericolose anche per le ong.
La popolazione centrafricana continua a vivere in situazioni disastrose: 2,7 milioni di persone, su un totale di 4,6 milioni, dipendono dall'assistenza umanitaria per sopravvivere; circa 1,2 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare; meno del 25% della popolazione ha accesso all'acqua potabile; circa 2 milioni hanno bisogno di cure mediche; 1,4 milioni di bambini non hanno accesso all'educazione. Inoltre si registrano più di 6.000 di casi di violenza basata sul genere e oltre 8.000 bambini arruolati in gruppi armati.
In questo contesto la protezione della popolazione non è sufficientemente garantita e questi 3 anni di violenza hanno completamente disintegrato l'economia del Paese.
Per questo le ong chiedono di:
- garantire il rispetto dei principi umanitari;
- incrementare il supporto a livello umano e finanziario;
- mantenere il sostegno costante e duraturo delle operazioni umanitarie, per contribuire alla ricostruzione del Paese;
- avere un approccio proattivo per la protezione dei civili e non semplicemente di reagire alle atrocità commesse contro di loro;
- riconoscere che il mandato della MINUSCA non è sufficiente per proteggere i civili e facilitare l'accesso umanitario nel Paese dilaniato dalla guerra;
- promuovere le condizioni per un favorire la dignità e la sicurezza degli sfollati e rifugiati.
Per leggere la versione integrale del Memorandum Scarica il file (.pdf, 410KB)