Muisne riparte da zero
01-06-2016 | di COOPI

Muisne riparte da zero

"Il terremoto ha distrutto la mia casa, grazie a Dio non sono rimasta uccisa in casa". Ma a Muisne - Ecuador - gli aiuti internazionali non sono arrivati.

Sono solo 27 i km che separano Muisne, una piccola isola a nord-ovest dell'Ecuador , dalla provincia di Esmeralda, la zona più colpita dal violento terremoto del 16 aprile causando oltre 660 morti, 28.000 feriti e 30.000 sfollati. A Muisne la popolazione terremotata ha perso la casa, non ha accesso ad acqua potabile o a servizi igienici. Eppure la popolazione di Muisne non ha ricevuto finora attenzione.

COOPI, presente nel Paese da 50 anni, è intervenuta al fianco delle organizzazioni locali per sostenere la popolazione più vulnerabile ed aiutare la comunità nell'elaborazione del trauma.

"Questo quartiere vive di pescatori e minatori ma soprattutto della bontà delle mangrovie", ci racconta Fanny Mina Tenorio, vittima del terremoto.

L'economia dell'isola è un'economia "fatta in casa", legata al suo ecosistema e in particolare alla presenza delle mangrovie, piante legnose che si sviluppano nelle basse acque delle aree tropicali. Queste piante sono abitate da crostacei come gamberetti e granchi che impegnano la popolazione nella attività di raccolta e pesca-  la cosiddetta "concha". Ma le scosse di terremoto hanno fatto crollare oltre alle case costruite con sacrificio ed anni di lavoro, anche l'economia comunitaria della piccola isola.

Il supporto a Muisne ed ai suoi abitanti è in corso d'opera. COOPI sta lavorando per promuovere un progetto di ripresa economica della ?concheria?, che verrà coadiuvata da attività di sostegno psicologico ai terremotati insieme ad interventi volti a garantire l'accesso all'acqua ed a servizi igienici adeguati.

"È una disgrazia fortunata perché non abbiamo perso vite umane, soltanto la casa. Stiamo lavorando grazie a quello che la gente di buon cuore ci regala. Chiediamo che ci aiutino per permetterci di lavorare alla ricostruzione delle nostre case".

Il video racconto di Fanny Mina Tenorio, vittima del terremoto a Muisne: