#50anninsieme
08-02-2016 | di COOPI

#50anninsieme

 

 

"Così ho iniziato con i primi volontari:

avevamo un forte senso di appartenenza, uniti da un profondo spirito di condivisione su tutto, che esplicitavamo con l'abitare assieme, mangiare assieme, lavorare assieme, presentarci assieme all'esterno.

Poi Coopi è cresciuta ed abbiamo dovuto giuridicamente strutturarci in un'Associazione con Soci, Assemblee, Comitato Direttivo, Uffici, Collaboratori, Dipendenti, Volontari, Cooperanti…

Forse la necessità di ingrandirci può averci portato a dare più importanza alle varie forme organizzative, a rinforzarle, a praticarne le modalità esecutive. E le energie utilizzate in questo senso, possono aver attenuato lo spirito di vita familiare, da cui siamo partiti.

Ma guai se questo spirito scomparisse. Diverremmo simili a una impresa che opera all'estero, con uso di fondi ricevuti da enti vari e gestione di personale espatriato e locale."

Così una lettera di Padre Barbieri dell'8 marzo 2007, che mi è sembrata particolarmente adatta nel momento in cui festeggiamo il 50° anniversario di COOPI, quando è giusto voltarsi indietro e guardare la strada percorsa, per prepararci a percorrere strade nuove.

Nel nuovo logo di COOPI abbiamo voluto inserire "50 anni insieme" per ricordare anche il continuo richiamo di Padre Barbieri a fare le cose insieme: insieme nel nord, noi operatori con i nostri donatori e con i volontari, insieme nel sud, con le comunità con le quali operiamo.

In moltissime lettere scritte da P. Barbieri nelle varie ricorrenze, è presente questo invito pressante a fare le cose con lo spirito di vita familiare, da cui siamo partiti.

Barbieri non era ingenuo né mitizzava un ideale di famiglia irraggiungibile: sapeva benissimo che nella realtà non sono mai mancate le tensioni, e lui stesso aveva vissuto dolorose separazioni con persone che a un certo punto non ne avevano più condiviso le scelte. Aveva anche verificato come il lavoro insieme con i beneficiari sia tutt'altro che idilliaco, e sia fatto invece d'incomprensioni, rivalità, invidie…

Pur conoscendo tutto questo, ha sempre creduto nel fatto che il lavorare insieme, disinteressatamente, per una causa giusta sia quello che ancor oggi differenzia COOPI, che pure si è dotata di strutture di tipo imprenditoriale.

Barbieri ci diceva anche che se vogliamo lavorare con serietà, professionalità, onestamente, per migliorare le condizioni di vita di milioni di persone che vivono nei paesi meno fortunati, di fatto facciamo parte di questa famiglia, anche se poi le storie personali ci porteranno su strade diverse.

E ancora oggi siamo orgogliosi di incontrare per il mondo moltissime persone che magari ricoprono posti di responsabilità in grandi Agenzie Internazionali, e che ricordano con affetto i primi passi mossi con COOPI, e non rinnegano quello spirito di dedizione e di gratuità che hanno appreso da P. Barbieri.

A COOPI abbiamo sempre preso molto sul serio il lavoro insieme alle comunità locali, e abbiamo voluto dedicare il Convegno del 50° di Fondazione alla riflessione su come tradurre la partnership — una parola su cui tutti sono d'accordo, e che è posta alla base di ogni intervento efficace di cooperazione — in comportamenti coerenti, nella realtà di ogni giorno, che è fatta di fatica, sudore, polvere e fango.

Oggi come 50 anni fa.

 

Claudio Ceravolo, presidente di COOPI