La violenza in Repubblica Centrafricana non si arresta
02-09-2016 | di COOPI

La violenza in Repubblica Centrafricana non si arresta

 

Negli ultimi due anni i nostri operatori sul campo in Repubblica Centrafricana hanno assistito ad una recrudescenza degli attacchi alla popolazione civile da parte dei gruppi armati del LRA (Lord Resistance Army). Insieme a CHF International abbiamo realizzato un progetto multisettoriale per garantire la resilienza delle vittime del LRA in un ambiente protetto.

 

 

Sono 6.860 i beneficiari diretti del nostro intervento che si è focalizzato sulla popolazione civile colpita direttamente o indirettamente dal LRA nelle zone di Obo e Zemio, due sottoprefetture particolarmente isolate e più soggette alla crisi che imperversa nel Paese; in particolare per i minori e le donne vittime di violenza basata sul genere (VBG). La zona è stata infatti identificata come prioritaria per la protezione di donne e minori. Si riscontrano quotidianamente gravi violazioni del diritto umanitario, nonché episodi di violenza sessuale, VBG e sfruttamento di minori.

 

 

Da un lato quindi nei nove mesi appena trascorsi abbiamo individuato e preso in carico i minori vittime di violenza da parte dei gruppi armati del LRA attraverso un programma di formazione e sensibilizzazione, a livello comunitario.  Abbiamo individuato, formato e preparato le FAT Famiglie di accoglienza temporanea  per i minori fuoriusciti dai gruppi di forze armate e abbiamo fornito  supporto all'associazione A.F.A.S.V.E.R. ( Association des Familles d'Accueil et de Solidarité avec les Victimes de la LRA- Associaizone delle famiglie accoglienti e solidali con le vittime del LRA) creata nel 2011. Inoltre i bambini e le bambine vittime del LRA sono stati coinvolti direttamente in  attività di formazione. Sono stati creati 8 club d'enfance, per la preparazione di piani d'azione in caso di rischio o pericolo.  Infine è stata avviata la ricerca dei famigliari delle vittime e 50 famiglie sono state ricongiunte.

 

 

Journée Femmes Obo-1 - CopiaDall'altro lato abbiamo agito nei confronti delle donne vittime di violenza basata sul genere attraverso un programma integrato per la riabilitazione psicologica e il reinserimento socio-economico. A partire da una formazione psicologica per gli operatori e gli animatori del progetto, riguardo ai protocolli d'azione e ai metodi di presa in carico delle donne che subiscono questo genere di violenza, sono stati attivati 6 centri d'ascolto e due equipe mobili per fornire supporto psicologico e segnalare le vittime di violenza alle strutture mediche attive nella zona. 700 donne sono state incluse in un programma di sostegno psicosociale che ha previsto l'ascolto individuale, la creazione di gruppi di auto sostegno e una paziente attività di mediazione famigliare.

 

 

A livello comunitario abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione sui diritti umani, i diritti dell'infanzia e la VBG e la risoluzione dei conflitti intracomunitari. È attraverso la formazione specifica e la sensibilizzazione che crediamo di poter apportare un contributo efficace per sviluppare meccanismi di protezione comunitaria.