A scuola esercizi di mondo
09-10-2016 | di COOPI

A scuola esercizi di mondo

 

COMUNICATO STAMPA

A SCUOLA ESERCIZI DI MONDO

La politica e l'informazione associano le migrazioni solo ad allarme sociale, mentre serve restituire al fenomeno una visione culturale che solo la scuola può dare. Questa la sintesi del Forum Internazionale ?Parlez-vous global??.

Venerdì 9 ottobre - Si è tenuto oggi ad Expo Milano, nel Padiglione della Società Civile, il Forum internazionale del progetto Parlez-vous global?, al quale hanno partecipato 150 professori di scuola secondaria di 1° e 2° grado di 7 Paesi (4 paesi europei ? Italia, Francia, Austria, Romania - e 3 paesi africani ? Benin, Burkina Faso e Senegal).

Ad unirli è stata una grande sfida educativa durata 3 anni: parlare di migrazioni a scuola e maturare un nuova visione di cittadinanza mondiale.

Come ha sottolineato in apertura Vinicio Ongini, coordinatore tecnico dell'Osservatorio Nazionale per l'Integrazione e l'Intercultura del MIUR, il tema è importantissimo e sottovalutato. Oggi tutti parlano di migrazione, dal politico al cittadino comune, ma solo in termini di preoccupazione e all'insegna di ciò che avviene nell'immediato. Serve invece un pensiero più complesso, che risponda a domande di ampio respiro: come le migrazioni influiranno sulla nostra identità? E sulla scuola?

Insomma, bisogna riportare le migrazioni all'interno di un dibattito culturale, ha proseguito Monica Cerutti, Assessora della regione Piemonte alla cooperazione internazionale e all'immigrazione. Il fatto che ci siano pochi fondi per fare interventi nazionali di cooperazione allo sviluppo o interventi locali di cooperazione decentrata non può essere una scusa che la politica mette avanti per non occuparsi seriamente di migrazioni. La politica può e deve esprimersi nel creare una cultura nuova, che ha il suo luogo principe nella scuola.

A livello governativo, il Ministero dell'Istruzione ha rimediato alla dimenticanza dell'educazione alla cittadinanza mondiale nel documento  ?la Buona scuola? - segnalato anche da Parlez-vous global? durante la consultazione pubblica - istituendo quasi un anno fa l'Osservatorio nazionale per l'integrazione. L'Osservatorio ha avuto il compito di redigere il capitolo aggiuntivo sull'Intercultura  e a tal proposito ha prodotto un documento, visibile sul sito del MIUR, intitolato ?Diversi da chi??.

L'Osservatorio ha individuato 3 ambiti strutturali su cui operare per educare alla cittadinanza mondiale: la formazione del personale (dirigenti, insegnanti, amministrativi) ai temi dello sviluppo e delle migrazioni; il plurilinguismo nelle classi; il protagonismo degli studenti, specie delle seconde generazioni.

A questo proposito è importante ricordare, come ha fatto la Cerutti, il Manifesto degli studenti immigrati di seconda generazione che alla scuola dedica 4 passaggi: in primo luogo, la necessità di una formazione adeguata degli insegnanti ? punto comune sia al documento dell'Osservatorio che al progetto Parlez-vous global?; poi, l'importanza di un sostegno a tutto tondo dei nuovi arrivati, dal punto di vista sia linguistico che sociale e psicologico; terzo, il coinvolgimento delle famiglie e quarto il rafforzamento dell'orientamento e della transizione al lavoro.

In effetti, bisogna ricordare che nell'anno scolastico 2013-'14 sono stati 830.000 gli studenti stranieri in Italia, di cui la metà nati nel nostro Paese. In totale il 9% dei ragazzi a scuola.

Gli studenti in generale sono molti attenti alle migrazioni, ha aggiunto Daniele Biella, insegnante e giornalista che da un paio di mesi ha dato alle stampe ?Nawal, l'angelo dei profughi?, la biografia della 26enne marocchina di Catania che risponde agli sos dei migranti in mare.

I ragazzi sono molto più avanti di noi. Vogliono sapere cosa succede, confrontarsi senza preconcetti, acquisire un'idea autonoma. Chiedono: ?Nel concreto cosa si può fare?? E' così che per molti di loro si apre la strada dell'impegno civile. Scoprono le storie che la televisione non racconta, di chi dal basso, organizzato in maniera più o meno grande, si offre di aiutare chi è in pericolo o in difficoltà.

Davvero la scuola si può riappropriare del tempo della riflessione e dell'apertura alla cittadinanza attiva.

Ascoltando poi le esperienze presentate dalle rappresentanze dei 7 paesi, emerge forte il ritratto che fa Piera Gioda del progetto: ?Parlez-vous global?  è stata una sfida educativa enorme, in alcuni casi una provocazione, per mettere al centro dell'educazione un oggetto di studio ?significativo' per la vita degli allievi?.

Luca Remmert, Presidente della Compagnia di San Paolo, ha aggiunto: "La Compagnia di San Paolo è da sempre interessata a partecipare a iniziative come Parlez-vous global?, in cui forze del privato sociale, organizzazioni non governative, uffici scolastici regionali, autorità pubbliche e fondazioni si impegnano insieme in azioni per rendere le generazioni del futuro più informate e attente alle dinamiche globali?.

Ufficio stampa:

Isabella Samà

sama@coopi.org

02 3085057

 


 

"Parlez-vous global?" è un progetto di educazione alla cittadinanza mondiale rivolto alle scuole secondarie di 1° e 2° grado, finanziato dall'Unione europea, Fondazioni4Africa, Compagnia di San Paolo e Fondazione De Agostini.

Il progetto mira ad accrescere le competenze di insegnanti e studenti riguardo alle problematiche dello sviluppo globale, attraverso l'integrazione delle tematiche della migrazione e della cittadinanza mondiale nei curricola scolastici, utilizzando metodologie partecipative come il citizen journalism e favorendo gli scambi culturali tra paesi europei ed africani.

?Parlez-vous global?? si svolge in Europa (Austria, Francia, Italia, Romania) ed Africa (Burkina Faso, Senegal e Benin) e dura 3 anni (dal 2013 al 2015). È promosso dalle ong CISV, ACRA-CCS, COSPE, COOPI, dall'Associazione Stretta di Mano e dalla Compagnia di San Paolo, in collaborazione con altre ong europee.

La partecipazione delle scuole è gratuita; si può aderire anche ad una sola delle iniziative proposte nel triennio.