Ciad. 3.510 bambini hanno finalmente un atto di nascita
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29-06-2021 | di COOPI

Ciad. 3.510 bambini hanno finalmente un atto di nascita

I bambini che non hanno alcun documento di riconoscimento sono invisibili davanti alla legge e quindi molto più esposti a possibili violazioni dei loro diritti, come il diritto all’istruzione, all’identità, alla protezione. Nel dipartimento di Mamdi, nella Regione del Lago (Ciad), COOPI – Cooperazione internazionale è l’unica organizzazione che sta conducendo la registrazione delle nascite tra i minori. Tutto questo grazie al progetto “Peacebuilding: proteggiamo i diritti dei gruppi più vulnerabili nel Dipartimento di Mamdi, Ciad”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), da marzo 2020 a dicembre 2021. In meno di 12 mesi, COOPI ha raggiunto l’obiettivo prefissato: 3.510 bambini sono oggi in possesso del certificato di nascita.

La mancanza di un atto di nascita comporta una serie di conseguenze che mette i bambini in grave pericolo: per esempio, in caso di abusi - non potendo dimostrare con certezza la loro età -, è molto più difficile intervenire; oppure, se un bambino viene separato dalla sua famiglia durante un disastro naturale, un conflitto o a causa di qualche forma di sfruttamento, la riunificazione diventa assai più difficile; e ancora, un “bambino che non esiste” corre maggiormente il rischio di essere arruolato nei gruppi armati, diventare vittima di schiavitù, abusi sessuali, traffico di organi e lavoro minorile.

Situato a circa 300 km a nord-est dalla capitale N’Djamena, il dipartimento di Mamdi fa parte di una delle regioni più vulnerabili del Ciad. Trovandosi all’interno della fascia saheliana, alle porte del deserto del Sahara, le comunità limitrofe al Lago Ciad sono sempre più esposte ai cambiamenti climatici. Inoltre, l’assenza delle condizioni economiche necessarie a condurre una vita dignitosa, accompagnate dalla scarsa presenza delle istituzioni, rafforza l’influenza di gruppi armati come il gruppo terroristico Boko Haram.

Qui, COOPI ha adottato un approccio settoriale basato sulla protezione, realizzando massicce campagne di sensibilizzazione con lo scopo di promuovere il rispetto dei diritti, la coesione pacifica e la lotta contro l’arruolamento dei bambini nei ranghi dei gruppi armati. Inoltre, grazie alla presenza di un fondo dedicato alle iniziative culturali, sono state organizzate giornate d’incontro e condivisione tra i villaggi e siti d’intervento, caratterizzate da giochi e danze tradizionali. Questi eventi hanno permesso ai beneficiari delle 13 località selezionate di conoscersi reciprocamente e di imparare a condividere lo stesso ambiente, malgrado tradizioni e abitudini differenti. Nel complesso, le varie iniziative di dialogo e confronto con gli abitanti del dipartimento di Mamdi e le diverse attività di sensibilizzazione, ha permesso a COOPI di raggiungere circa 6 500 persone.

L’azione di COOPI, che si concluderà ufficialmente il 31 dicembre prossimo, si concentrerà, in questi ultimi mesi, sulla ricerca delle famiglie d’origine dei bambini identificati nelle diverse aree d’intervento. I bambini presi in carico, sono minori che hanno perduto i contatti con i loro genitori in seguito a razzie e violenze perpetrate dai gruppi armati attivi nella regione; pertanto, la separazione è ulteriormente aggravata da queste condizioni che si ripercuotono sullo sviluppo e sul benessere dei bambini. Di conseguenza, COOPI accompagna la sua azione di ricerca con sessioni di counseling psicologico e presa in carico medica dei bambini, che richiede però molti sforzi a causa degli spostamenti repentini delle famiglie per fuggire agli attacchi terroristici. Non volendo lasciare nessun bambino indietro, in vista della fine del progetto, COOPI ha instaurato un dialogo con le autorità della regione che garantirà una continuità alla ricerca anche dopo la cessazione delle attività.

La cerimonia di consegna degli ultimi 1 500 atti di nascita ha visto la partecipazione di tutte le comunità beneficiarie del progetto, con i loro leader e autorità in prima fila. Dopotutto, è solo proteggendo i più piccoli che si costruisce un futuro migliore per un paese.