Ciad: Djimé ricomincia dai diritti e dall'indipendenza
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25-11-2016 | di COOPI

Ciad: Djimé ricomincia dai diritti e dall'indipendenza

Lei si chiama Djimé, ha 31 anni, sola da 4 anni, mamma di quattro bambini (tre femmine e un maschio) tutti a suo carico, rifugiata sudanese nel campo di Djabal nell'est del Ciad.

Djimé è stata vittima di violenze di genere ed è coinvolta nel progetto COOPI "Promuovere la parità di genere e i diritti alla salute sessuale e riproduttiva e la lotta contro la violenza basata sul genere anche in situazione umanitaria, nella Regione di Dar Sila", finanziato da United Nations Population Fund (UNFPA), l'agenzia delle Nazioni Unite per il supporto delle popolazioni in situazioni di crisi.

La parità di genere: dalle convenzioni ai diritti

Il progetto mira alla sensibilizzazione contro le violenze di genere, rafforzando l'applicazione di convenzioni  internazionali e leggi nazionali a favore della parità, dei diritti alla salute sessuale e riproduttiva,  della lotta all'HIV. "Ma non solo", spiega Marco Tamburro, capo missione COOPI in Ciad: "uno degli obiettivi è sostenere i beneficiari con assistenza psico-sociale, clinica, legale e infine con la reintegrazione socio-economica delle vittime delle violenze identificate tra la popolazione rifugiata e ospitante".

Ricominciare dall'indipendenza

Oggi Djimé è di nuovo in grado di sostenere la sua famiglia, con un lavoro che la fa sentire nuovamente fiduciosa. "Ho attraversato un momento difficile quando mi mancavano i mezzi economici per nutrire bene i miei bambini", ci racconta. Con COOPI ha seguito nell'ambito del progetto una formazione di 24 giorni per imparare a fare il pane e i dolci, un modo per avviare una nuova attività generatrice di reddito e far fronte ai bisogni della sua famiglia. "Dopo il corso, ho ricevuto anche un kit per iniziare la mia attività in maniera autonoma. Ora mi sento capace e sicura di riuscire nel mio nuovo lavoro di preparazione e vendita del pane".