COOPI in Siria
marker icon Siria   
19-01-2017 | di COOPI

COOPI in Siria

A sei anni dall'inizio della crisi siriana, che finora ha mietuto 400.000 vittime, sono oltre 12  milioni le persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa e le proprie certezze. Si contano circa 1 milione di rifugiati in Europa, 4.8 milioni di rifugiati nei Paesi limitrofi e circa 6.6 milioni di sfollati interni, che vivono in condizioni precarie per quanto riguarda i bisogni di base: prima fra tutti la sicurezza alimentare. Il distretto di Damasco in particolare è al terzo posto per necessità di sostegno alimentare ed al secondo posto (dopo Aleppo) per numero di persone bisognose di assistenza.

In partenza il primo progetto di aiuti

A seguito dell'apertura della nostra sede in Siria, a dicembre, COOPI avvierà dai primi di febbraio il progetto "Sostegno alimentare in risposta alla crisi siriana nell'area metropolitana di Damasco", in collaborazione con la Mezzaluna Rossa Arabo-Siriana (SARC) e con il finanziamento dell'Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Dopo aver affrontato per 3 anni l'emergenza profughi siriani dal Libano, COOPI si appresta oggi a diventare parte attiva della risposta umanitaria nella stessa Siria.

Prima le donne capofamiglia

Il progetto di COOPI e SARC si propone di offrire un immediato sostegno alle famiglie sfollate più vulnerabili nella parte sud-ovest dell'area metropolitana di Damasco e nella sua cintura rurale costituita dal sub-distretto di Qatana: quelle con donne come capofamiglia, quelle con più di quattro membri minorenni, quelle con bambini da 0 a 5 anni e quelle con componenti con "bisogni speciali" (ad esempio i malati cronici, persone con disabilità, donne incinte o allattanti).

Obiettivo: autosufficienza alimentare

Nell'area di intervento del progetto, il conflitto ha portato all'aumento continuo del costo dei beni alimentari. Attualmente, le 436 mila famiglie sfollate registrate a Damasco e le 83 mila registrate a Qatana ogni mese spendono per prodotti alimentari 21.813 lire siriane: il 66% del loro reddito medio mensile di 33.000 lire siriane.

Per favorire l'autosufficienza alimentare di queste famiglie e ridurre il rischio di abusi fisici e sfruttamenti sessuali a cui le donne sono esposte durante gli spostamenti verso i mercati (sempre più decentrati e meno sicuri), il progetto prevede la distribuzione di kit e corsi di formazione per la realizzazione di orti urbani e pollai che possano coprire il fabbisogno di 850 famiglie rette da donne, per un totale di 18.000 individui beneficiari. La distribuzione di materiale e l'accompagnamento dei beneficiari nelle sessioni di formazione previste nei luoghi d'intervento sarà messa in atto dai volontari SARC, coordinati dallo staff di COOPI presente sul campo.

Cibo e acqua: nostri settori di intervento

"Questo progetto è il primo tassello del nostro intervento umanitario in Siria", spiega Uberto Pedeferri, Area manager Medio Oriente. "Dopo aver valutato con attenzione i bisogni e le possibilità di azione, siamo lieti di poter iniziare il nostro lavoro, giovandoci di importanti collaborazioni a livello locale e internazionale. Il nostro obiettivo è allargare il raggio di intervento, sia a livello settoriale che geografico: speriamo di raggiungere presto altre zone in forte stato di bisogno, come ad esempio Aleppo, operando sia per l'accesso al cibo che all'acqua".