Malawi: prepararsi per affrontare le inondazioni
06-06-2018 | di COOPI

Malawi: prepararsi per affrontare le inondazioni

«La mia casa è stata completamente devastata dall’alluvione del fiume Lungwena di metà 2015, ma ora sono più preparata». Enelles Ali (nella foto sotto, in primo piano), 44, ricorda quando la sua casa è stata colpita con violenza dalla grande inondazione avvenuta nel distretto di Mangochi, in Malawi. COOPI e Concern Worlwide operano nel paese con un progetto volto a “Rafforzare il sistema di gestione dei rischi e catastrofi a livello nazionale e distrettuale per ridurre le future necessità umanitarie, riducendo il rischio per le popolazioni vulnerabili in Malawi”. Tale intervento è messo in atto grazie al finanziamento dell'EU Humanitarian Aid (ECHO) e si focalizza sulle aree di intervento dei distretti di Mangochi e Nsanje.

Raccontaci la tua storia, Enelles.
«Sono nata il 20 Novembre 1974 in Zambia. Mia padre ha lavorato come operatore di trattore in un progetto di costruzioni stradali fino al 1976. Quando ha perso il lavoro, siamo stati costretti a tornare nella nostra città natale, nel villaggio di Chapola sotto l’Autorità di Namabvi, situato nel distretto di Mangochi, in Malawi. Mi sono poi sposata e Dio mi ha benedetto con due figli, nati nel 1993 e nel 1994. Ho inoltre un’adorabile figlia ultimogenita, nata nel 2006. A causa delle difficoltà economiche che la mia famiglia stava affrontando, mio marito è partito per cercare lavoro in Sud Africa. È rimasto via per più di dieci anni, e sembra che si sia risposato e abbia iniziato un’altra famiglia lì. Abbiamo divorziato per questo motivo, e sono io ora a supportare da sola la mia famiglia».

Che cosa è successo durante l’inondazione? 
«Un giorno del 2015, verso le due di mattina, il mio villaggio è stato invaso da un’inondazione proveniente dal fiume Lungwena. L’acqua si muoveva impetuosamente e nel giro di pochi minuti è entrata nelle case delle persone, inclusa la mia. Nonostante la comunità avesse cercato di avvertire i propri membri con segnali di tamburi e lattine, sembrava già troppo tardi per agire. Le mie proprietà sono andate perse; gli oggetti pesanti come le borse di mais si sono bagnati fino a marcire e decomporsi, perciò abbiamo dovuto abbandonarli. Capre, polli e altro bestiame sono stati trascinati via dalla corrente e la gente non è riuscita a salvarli, dovendosi occupare di salvare le proprie vite e quelle dei propri cari. Ho protetto i miei tre figli dalla corrente e siamo riusciti a guadare le acque fino alla moschea, che allora pareva l’unico posto sicuro. Abbiamo dormito lì per tutti e quattro giorni, fino a che l’inondazione non è cessata».

Enelles Ali.

Che cosa hai fatto dopo? 
«Quando io e la mia famiglia siamo tornati nella mia casa, ci siamo resi conto che era diventata inutilizzabile perché tutti i muri erano fradici d’acqua e dunque impossibilitati a supportare la struttura. La mia abitazione era stata costruita con mattoni di argilla cruda e non era resistente abbastanza per un evento del genere. Assieme agli altri membri comunitari costretti ad affrontare la stessa situazione critica, abbiamo optato per dormire fuori dalla casa. Mi sono accorta, a quel punto, che la mia sicurezza come capofamiglia e quella dei miei bambini era stata fortemente compromessa. Abbiamo passato altre notte insonni nel terrore di attacchi improvvisi; qualche tempo dopo, la mia famiglia ha ricevuto assistenza economica da mio figlio più grande, trasferitosi in Sud Africa. Ho potuto quindi ricevere mattoni cotti, che ho usato per costruire una nuova casa».

Come è migliorata la situazione ora? 
«Credo che se dovesse capitare un’inondazione ora o in futuro, il danno causato alla mia abitazione sarebbe minimo perché COOPI ha aiutato la comunità installando river gauges* nella parte superiore del fiume Lungwena. Questo ci consente di essere all’erta per fuggire con i nostri averi in tempo. Le sessioni di formazione condotte da COOPI ci hanno aiutato a formare un team di supervisione del fiume come sistema di allerta precoce anti-inondazione. Attualmente, il mio villaggio riceve segnali di questo tipo dal villaggio di Kwilasya, situato a monte; disponiamo di molto tempo per informarci reciprocamente tra di noi e per essere preparati a trasferirci in luoghi più sicuri».

*Segnalatori di profondità del livello dell’acqua.

Articolo di Grey Sagawa, coordinatore di progetto per COOPI,