Nigeria: accanto a chi fugge da Boko Haram
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10-05-2016 | di COOPI

Nigeria: accanto a chi fugge da Boko Haram

L'insorgere violento di Boko Haram ha causato una crisi umanitaria di vaste proporzioni in Niger e Nigeria.

In Nigeria, lo Stato di Borno, nel quale ad oggi ancora si registrano conflitti a fuoco, è la zona in cui si riscontra una maggiore concentrazione di sfollati interni, rifugiati in fuga o di ritorno da Camerun, Ciad, Niger, i tre Stati che confinano col lago Ciad.

COOPI, in risposta alla crisi umanitaria che affligge il nord-est della Nigeria, interviene con un progetto di protezione dei bambini nello Stato di Yobe, ai margini della zona che fino al 2015 è stata occupata militarmente da Boko Haram, e un progetto di assistenza umanitaria e sostegno agli sfollati in tre distretti dello Stato di Yobe - Potiskum, Damaturu e Fikain.

Il primo intervento, finanziato da UNICEF punta alla tutela dei minori. Sono infatti moltissimi i bambini non accompagnati che hanno perso la famiglia a causa dei conflitti o durante la fuga e altrettanti sono invece associati a gruppi o forze armate. Secondo le statistiche,  il numero stimato di sfollati negli Stati del nord-est della Nigeria ammonta a 2,2 milioni, di cui circa il 60% sono minori. COOPI, con l'aiuto dei comitati comunitari di protezione per l'infanzia, ha identificato e fornito supporto a 1.300 famiglie affidatarie, raggiungendo con il suo intervento più di 12.500 persone.

Inoltre, i dati UNICEF tratti dal The UNICEF National Nutrition and Health survey, rivelano che soltanto il 22% dei bambini sono allattati correttamente entro un'ora dalla nascita e solo il 10,7% dei bambini tre i 6 ed i 23 mesi ricevono una dieta appropriata in termini di equilibrio tra cibi liquidi, semi-solidi e solidi.

Il progetto umanitario di COOPI, finanziato dalla Direzione generale per gli Aiuti umanitari e la protezione civile della Commissione europea (ECHO), provvede al problema agendo sul fronte malnutrizione e prevenzione tramite attività di redistribuzione di alimenti alle comunità di sfollati e campagne di sensibilizzazione alle buone norme alimentari dei bambini sotto i cinque anni.

In una zona in cui solo il 20% degli sfollati ha la possibilità di coltivare un appezzamento di terreno la cui produttività non è per altro sufficiente a coprire il fabbisogno delle famiglie, protezione sicurezza alimentare e nutrizione diventano le parole chiave per un intervento concreto capace di rispondere ai bisogni della popolazione.