Nord Darfur: l'accesso all'acqua è fondamentale per i rifugiati
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28-05-2018 | di COOPI

Nord Darfur: l'accesso all'acqua è fondamentale per i rifugiati

Atong Dut è una donna di trent’anni del Sud Sudan che vive come rifugiata nel villaggio di Abu Jarra, situato nella località di Al Lait, nel Nord Darfur; vive con i membri della sua famiglia, 3 figlie e 2 figli.

La fonte principale di reddito della sua famiglia è il modesto salario da lei ricevuto lavorando come agricoltrice a contratto presso l’azienda di arachidi della comunità ospitante sudanese. Atong Dut e i suoi bambini vivono in un rifugio temporaneo costruito coi teli di plastica forniti dall’UNHCR. Come emerso dalle sue parole, una problematica di prim’ordine che ha afflitto i rifugiati dal Sud Sudan e tutti i residenti ad Abu Jarra è stato l’accesso all’acqua potabile.

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Dal loro arrivo, infatti, la comunità ha sofferto della carenza di acqua da bere. I pozzi trivellati nel terreno, da cui tutte le persone di Abu Jarra raccolgono l’acqua, sono stati danneggiati dal 2010, il che ha costretto i residenti a dovere compiere viaggi di 3-4 ore per procurarsela. Atong ha inoltre menzionato che, in alcune occasioni, tali fonti d’acqua erano molto affollate: il tempo passato in fila poteva estendersi a oltre 3 ore. Queste problematiche hanno comportato un consumo medio molto basso, di soli 7-8 litri d’acqua al giorno, a causa del quale i suoi bambini si sono ammalati spesso di diarrea acuta e malattie della pelle, non potendo lavarsi e mantenere la propria igiene personale con costanza.

Attraverso il finanziamento di SHF (Sudan Humanitarian Fund) e di ECHO (EU Humanitarian Aid), COOPI è riuscita a migliorare la vita di Atong e quella di oltre 10mila rifugiati residenti ad Al Lait. A partire da gennaio 2016 la situazione è cambiata completamente: la carenza di acqua è stata risolta mediante la perforazione di due nuovi pozzi e l’installazione di tubature per rendere l’acqua più accessibile agli insediamenti dei rifugiati.

Ad Atong e alla sua famiglia ora occorrono solo 10 minuti per accedere a una fonte d’acqua, il cui prezzo è diminuito notevolmente, oltre a non richiedere più tempi di attesa. Il loro consumo quotidiano è aumentato a 13-14 litri a testa, riducendo drasticamente la diffusione di malattie trasmesse attraverso l’acqua, nonché il potenziale pericolo di colera.
Oltre alla fornitura di scorte d’acqua, Atong e oltre 10mila rifugiati dal Sudan del Sud hanno ricevuto una fornitura di sapone e di taniche da COOPI attraverso il finanziamento di ECHO. Mediante il supporto di una campagna di sensibilizzazione sull’igiene portata avanti da gennaio 2018, le malattie legate all’acqua si sono ridotte notevolmente, in particolare tra bambini ed anziani. Infine, il denaro utilizzato in precedenza per l’acquisto dell’acqua viene così risparmiato e usato per soddisfare altre esigenze di base della famiglia, quali cibo, vestiario e medicine.

Atong ha riferito al team di COOPI ad Al Lait di essere «molto grata a COOPI in Nord Darfur per avere salvato le nostre vite». L’aiuto umanitario fornito per incrementare l’accesso a fonti d’acqua potabile è un risultato di prim’ordine e verrà intensificato ulteriormente attraverso il supporto fornito da COOPI, UNHCR e SHF alle persone bisognose e alle famiglia più vulnerabili di Al Lait.