Per i palestinesi c'è un lavoro oltre il muro
03-02-2016 | di COOPI

Per i palestinesi c'è un lavoro oltre il muro

La vita è dura a Gerusalemme Est: dei 700 Km di muro costruito attraverso la Cisgiordania, quasi 90 passano da questa zona. La frammentazione territoriale dei diversi quartieri e l'isolamento della città dal resto del paese sono le dirette conseguenze sulla società palestinese. Secondo il diritto internazionale, Gerusalemme Est fa parte dei Territori Palestinesi Occupati.

Qui i ragazzi smettono presto di studiare e faticano a trovare lavoro: quasi uno su quattro abbandona la scuola dell'obbligo, e il tasso di disoccupazione sfiora il 18% (quella femminile è al 20%). Il muro di separazione ha ovviamente aggravato la situazione: è infatti impossibile sia la libera circolazione delle merci che quella delle persone, lavoratori compresi.

Il progetto di COOPI, dal titolo "Connessione tra educazione professionale e opportunità di lavoro: migliorare la qualità del settore TVET (Techincal Vocational Education and Training, Istruzione e Formazione Tecnica e Professionale) a Gerusalemme Est", è stato finanziato dall'Unione Europea ed ha avuto una durata di tre anni (si è concluso il 31 maggio 2015). L'obiettivo è stato quello di contribuire al miglioramento socio-economico di donne e ragazzi attraverso lo sviluppo delle loro capacità professionali. COOPI si è interessata in particolare alla formazione tecnico-professionale, analizzando i bisogni del territorio e i vantaggi che questo tipo di formazione può avere nel mercato del lavoro palestinese.

Sono tre gli interventi principali portati avanti. Innanzitutto una campagna di orientamento professionale nelle scuole primarie e tra le comunità di Gerusalemme Est in collaborazione con il Ministero dell'Educazione palestinese. Una delle attività più innovative in questa fase è stato l'uso del gioco e la narrazione per rendere i ragazzi consapevoli delle proprie opportunità e scelte, e da questa esperienza è nata una guida specifica per gli educatori. La seconda attività riguarda il rafforzamento della struttura dei centri di formazione professionale, sottolineando la necessità di investire in strumenti di monitoraggio. La terza attività, infine, riguarda lo sviluppo delle collaborazioni tra scuola e privati per l'organizzazione di stage e corsi di formazione.

Il progetto ha raggiunto beneficiari diretti molto diversi tra loro: circa 4000 operatori scolastici (studenti, insegnanti, genitori, educatori) per la campagna di sensibilizzazione all'orientamento professionale, 320 studenti e insegnanti nelle attività di rafforzamento dei centri di formazione professionale, 110 datori di lavoro e 80 ragazzi beneficiari di stage lavorativi.

"Gli studenti di solito tengono in poca considerazione la formazione tecnica e professionale, nonostante sia sempre più importante nel mercato del lavoro palestinese. I genitori, inoltre, non incoraggiano i figli a informarsi maggiormente su queste opportunità lavorative. In questo contesto rendere i ragazzi consapevoli delle proprie scelte personali e professionali comporta un cambiamento culturale considerevole." Racconta Valeria Moro, la Capo Progetto.

Da sottolineare la grande attenzione del progetto verso la componente femminile: infatti circa la metà dei beneficiari sono state le donne, che hanno aumentato le loro possibilità di integrazione nella società.