Repubblica Democratica del Congo. Eric, 13 anni e 3 da soldato, sogna di fare il meccanico
13-09-2023 | di COOPI

Repubblica Democratica del Congo. Eric, 13 anni e 3 da soldato, sogna di fare il meccanico

Mi chiamo Eric, ho tredici anni e da tre combatto con la milizia CODECO. Mi sono unito a questo gruppo per lottare a fianco della mia comunità e per i nostri diritti, ma durante questo periodo sono stato aggredito molte volte e ho visto diversi miei amici morire negli scontri... "

A parlare è un ex bambino soldato che vive nel villaggio di Tongu Due, nella provincia dell’Ituri, una delle zone col più alto tasso di violenze sui minori al mondo. Grazie al sostegno del Fondo Umanitario di OCHA in Repubblica Democratica del Congo COOPI opera anche per prendersi cura dei bambini assoggettati ai gruppi armati. In particolare, la componente di protezione del progetto “Assistenza di emergenza multisettoriale integrata in materia di nutrizione e protezione dell'infanzia per la popolazione colpita dalla crisi umanitaria nel Djugu centrale”, attivo dal 15 settembre 2022 al 30 novembre 2023, è volta a fornire assistenza transitoria e a lungo termine a 300 bambini non accompagnati e 100 minori arruolati nei gruppi armati.

Un anno fa, nel 2022, ho sentito alla radio dei messaggi sulle ong che si occupano di recuperare i bambini soldato per reintegrarli nella società e sostenerli in questo processo. Così, dal dicembre 2022, ho deciso di smettere di giocare a fare il combattente e di lasciare il fronte per raggiungere la mia famiglia al villaggio... ma non sapevo come farla finita”.

Lasciare la vita del combattente, per un minore cresciuto con le milizie armate invece che coi propri genitori, non è facile, e reinserirsi all’interno della società d’origine, sostituendo alle armi un impiego redditizio e proficuo che possa dare loro un futuro, lo è ancora di più. Eric, però, ha avuto fortuna:

Un giorno, una donna è venuta a casa mia per avere informazioni sull'identificazione dei bambini soldato... Era di una ONG chiamata 'Save Vulnerable Children'. Ho spiegato loro che non volevo più tornare nella boscaglia e continuare a combattere... al momento vorrei riprendere la scuola o seguire una formazione professionale. Per questo mi hanno promesso che avrebbero condiviso il mio caso con l'ong COOPI, che sarebbe venuta a trovarmi a casa per fare un colloquio”.

Dopo qualche giorno Victorine, psicologa del nostro staff, ha fatto infatti visita ad Eric per iniziare con lui un percorso di assistenza psicosociale. Dopo tre sedute di consulenza, durante le quali ha dato ad Eric indicazioni sui suoi diritti e sulle opportunità per il suo futuro, Eric ha ricevuto 45 dollari di assistenza finanziaria, oltre che razioni alimentari e beni di prima necessità come vestiti e prodotti per l’igiene.

Da quando ha lasciato il fronte Eric è tornato al villaggio, dove vivono i suoi genitori: sua madre, casalinga, e suo padre, agricoltore. Conta di investir presto il supporto finanziario che ha ricevuto in attività agricole, così da avere una fonte di reddito e poter aiutare i suoi genitori. Il suo sogno, però, è avere l’opportunità di formarsi ancora e imparare a guidare, a cucire o a fare il meccanico.

Sono molto felice di questo sostegno ed è la prima volta che ricevo un aiuto simile da un’organizzazione. Sono molto orgoglioso della mia nuova vita e vorrei davvero che anche altri bambini che conosco valutassero di lasciare il fronte e godersi una vita più serena, con la possibilità di crescere con le loro famiglie".

In Repubblica Democratica del Congo COOPI ha una presenza operativa nelle province di Ituri, Kassaï Central, Kassaï Oriental, Haut Katanga, Lualuba e Bas Uele nei settori della nutrizione, della salute e della protezione di minori e contro la violenza sessuale. Col progetto di Assistenza multisettoriale del Fondo Umanitario le comunità sono state sensibilizzate sulla protezione dei minori e, per creare un ambiente sicuro e garantire la riservatezza delle segnalazioni, sono stati allestiti 18 punti di ascolto in 24 zone sanitarie. I bambini che non hanno più una famiglia ad accoglierli sono stati poi ricollocati in 163 famiglie ospitanti, le quali, dopo esser state identificate, sono state dotate di materassi, letti, coperte, secchi, utensili da cucina e kit igienici.