Sorelle in guerra
06-06-2016 | di COOPI

Sorelle in guerra

Hanno sottratto loro l'unico adulto responsabile della loro sopravvivenza perché sospettato di essere un ribelle. Le tre ragazze centrafricane perdono così il "fratello" maggiore, la cui morte rafforza il loro legame tanto da farsi chiamare "sorelle", sebbene cugine. Ad unirle è la rabbia, quel bisogno di vendetta per cui decidono di arruolarsi in uno dei gruppi armati  ribelli che si contendono il territorio a Bria,  Prefettura di Haute Kotto - Repubblica Centrafricana. Una quarta ragazza, la più piccola del gruppo, decide di unirsi a loro dopo qualche mese.

Le 4 "sorelle", hanno trascorso più di un anno al seguito dei ribelli, ricoprendo incarichi pesanti e degradanti fino ad arrivare per due di loro all'abuso fisico e alla violenza sessuale.

Nel dicembre 2015 sono state ufficialmente rilasciate dal gruppo armato e ora vivono in quartiere periferico di Bria, con la nonna e la zia, ritrovate dopo l'uscita ufficiale dal gruppo.

Grazie al progetto e al lavoro dello staff di COOPI, le tre ragazze frequentano attualmente corsi di formazione professionale in taglio cucito e preparazione alla gestione di modeste attività di avviamento al commercio (come la vendita di alimentari o di beni di prima necessità); la più piccola è tornata a scuola!

Con il finanziamento di UNICEF, a Bria si lavora sulla reintegrazione dei ragazzi/e per poterli aiutare a ritornare ad una vita sana e tranquilla.

Le "sorelle" sono 4 dei 91 bambini che sono stati smobilitati dai gruppi armati nella zona di Bria, in Repubblica Centrafricana e affidati a COOPI grazie al finanziamento di UNICEF

e di cui parliamo nell'articolo Da soldati a bambini.