Niger. L'altra faccia della medaglia
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24-12-2020 | di COOPI

Niger. L'altra faccia della medaglia

Boko Haram, spari, bombe, bambini rapiti, donne e ragazze violentate, sfollati. È questo che ci viene solitamente in mente quando parliamo della regione di Diffa, in Niger, nel bacino del Lago Ciad. Tante immagini e tanti scenari negativi e oscuri che fanno dimenticare il lato positivo e vivace della regione di Diffa, della sua popolazione ed in particolare delle donne, cuore pulsante della società. 

COOPI – Cooperazione Internazionale intende raccontare l’altra faccia della medaglia, “Storia e tradizioni di Diffa dal punto di vista delle sue donne”, attraverso il reportage di Apsatou Bogaya, fotografa nigerina di grande sensibilità.

Questo omaggio alla cultura di Diffa è possibile grazie al progetto “Promozione e diritto all'istruzione negata: una sfida per i bambini/e ed adolescenti rifugiati/e, sfollati/e e delle comunità ospitanti privati di un luogo sicuro ed inclusivo per l'apprendimento ma anche per gli insegnanti, nella regione di Diffa, Niger”, finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), attraverso il quale COOPI ha investito in progetti di valorizzazione ed empowerment femminile.

Diffa, “La città dell’henné”

Diffa, chiamata "La città dell'henné", ha una cultura affascinante e ricca di sfumature tradizionali. L’henné è una piccola pianta le cui foglie essiccate e in polvere vengono utilizzate come colorante per tatuaggi temporanei sul corpo, soprattutto sulle mani e sui piedi delle donne. È una pratica puramente femminile che aiuta le donne a sentirsi più belle, grazie ai motivi che ogni giorno vengono disegnati sui loro arti. Durante i festeggiamenti e le grandi cerimonie, le donne amano creare disegni molto più complessi e particolari.

Abbigliamento e gioielli: le differenze tra donne Kanouri e donne Peulh

Donne di etnia Paulh nei loro tipici abiti bianchi e neri maneggiano oggetti tradizionali tramandati di madre in figlia.

Sia nella quotidianità che in occasioni speciali, le donne di Diffa indossano il pagne, un tipo di tessuto diffuso in tutta l'Africa, caratterizzato da fantasie diverse e colori luccicanti. La donna Kanouri o Beri Beri (una delle etnie più presenti nella regione di Diffa) è famosa per la sua eleganza e il suo orgoglio; da qui la scelta del nome Gana Kawa (aquila) per il loro pagne e di Hadjia (Ritorno dalla Mecca) per il loro velo rosso. Allo stesso tempo, le donne Peulh (altra etnia presente nella regione) si identificano nel colore bianco (Aborawa, in lingua Peulh) o nero (Hanagamba) dei loro vestiti, e sono anche note per la loro tradizione di produzione artigianale.

I gioielli in oro e argento indossati dalle donne simboleggiano ricchezza e potere. Le donne Kanouri indossano grandi perle, le Boukai, realizzate con minerali locali per rendere sé stesse più attraenti agli occhi dei loro mariti; le ragazze tra i 12 e i 15 anni, invece, indossano anelli per il naso, le Kirzale, realizzate con materiali preziosi.

Calabasses e incenso: artigianato al femminile

M.I. 35 anni, kanouri, sfollata di Tam (Maine Soroa), commerciante di condimenti e incensi. Nella foto si possono osservare diversi utensili come il mortaio e il turibolo dove viene bruciato l’incenso che é qui rappresentato sia in foglie che liquido.

L’artigianato più diffuso è rappresentato dai cappelli conici, dagli sgabelli in pelle e dalle calabasses, tipici contenitori in terracotta. Questi ultimi sono utilizzati per contenere o bere latte di pecora o di mucca. Le calabasses sono decorate a mano; i colori sono realizzati dagli uomini, venduti al mercato e acquistati dalle donne per personalizzare i recipienti secondo la tradizione Peulh.

La produzione di incenso è anch’essa diffusa nella regione e le donne si dedicano alla sua produzione, secondo un processo tradizionale rimasto immutato nel tempo. Ogni donna ha i suoi segreti, tramandati di madre in figlia, che permettono di creare essenze e fragranze sempre uniche. L'incenso prodotto è poi destinato ad essere bruciato in piccole quantità per diffonderne il profumo all'interno della casa.

Nella tradizione Kanuri, il corredo della sposa contiene sempre dell’incenso (Tafartché, Alhout, Gagap e l'Oumar, il profumo liquido) così che la sposa e la stanza in cui si trova abbiano un profumo gradevole. La quantità e la qualità dell'incenso presente nel corredo dipenderanno dalle possibilità della famiglia, ma ci sarà in tutti i casi in quanto previsto dalla tradizione. Inoltre, secondo l'Islam, il suo utilizzo è raccomandato per una maggiore pulizia e igiene.

Il pesce al centro della tradizione culinaria

Donne Kanouri mostrano il cibo tradizionale di Diffa: la carpa affumicata del fiume Komadougou Youbé, il pesce essiccato del lago Ciad, i pomodori essiccati al sole, le foglie dell’acetosella e, infine, il peperone rosso essiccato

La cucina di Diffa rispecchia molte cucine tradizionali africane. La pesca e la lavorazione del pesce sono attività economiche della regione. Le specie di pesci più comuni nel fiume Komadougou Yobe sono le carpe (Ngaska in lingua kanouri) e le clarias (Koumoudou in lingua kanouri). La maggior parte del pescato viene trasformato in pesce affumicato sul posto dai pescatori, per poi essere venduto nei mercati della Nigeria. I pesci freschi giungono in piccole quantità alle donne che li trasportano e vendono nella città di Diffa. La mattina presto, le donne affollano i diversi villaggi con i loro prodotti ittici e si sparpagliano nella città di Diffa, vendendoli porta a porta o nelle strade principali della città.

Il njitta, l'oro rosso di Diffa, è un peperone coltivato nella valle del fiume Komadougou Yobé e del lago Ciad. Viene commercializzato principalmente essiccato e utilizzato come spezia per la preparazione di vari piatti. È in gran parte esportato in Nigeria.  

Una ricetta tradizionale preparata con tutti i prodotti tipici è il Brabousko, un piatto a base di farina di mais o di miglio, o di entrambi mescolati insieme, accompagnato dalla salsa Karassou, a base di foglie di acetosella, njitta e pasta di arachidi. Nei giorni di festa, le donne aggiungono del pesce affumicato alla salsa per renderla più gustosa.