Sudan. L’impegno e l’appello di COOPI per sostenere la popolazione in fuga dalle violenze
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31-10-2025 | di COOPI

Sudan. L’impegno e l’appello di COOPI per sostenere la popolazione in fuga dalle violenze

In Sudan nei giorni scorsi la città di El-Fasher, capitale del Nord Darfur, è stata conquistata dalle forze ribelli Rapid Support Forces (RSF), dopo oltre 500 giorni d’assedio. El-Fasher era l’ultima città del Nord Darfur controllata dall’esercito regolare (Saf) e vi si trovano oltre 260mile civili intrappolati in una situazione precaria con scarso accesso a cibo e acqua. COOPI - Cooperazione Internazionale, presente in Sudan e nel Nord Darfur dal 2004, aveva continuato a lavorare nella città, portando avanti la distribuzione quotidiana d’acqua potabile, essenziale per la sopravvivenza, la prevenzione delle malattie e il mantenimento delle condizioni igieniche.

Chiara Zaccone, capo missione di COOPI in Sudan:

“La città di El-Fasher è stata assediata per più di 500 giorni; era molto complicato far arrivare gli aiuti umanitari e mancavano cibo, medicinali e beni di prima necessità. La situazione si è aggravata durante il weekend del 25 e 26 ottobre, quando i ribelli sono entrati in città. Per due giorni le comunicazioni non sono state possibili. Solo successivamente sono arrivate le testimonianze di violenze nei confronti della popolazione civile, che speriamo cessino presto. COOPI sta proseguendo nel suo lavoro di assistenza umanitaria, monitorando gli sfollamenti della popolazione, raccogliendo i bisogni primari e offrendo supporto psico-sociale alle vittime”.

Il conflitto in Sudan sta provocando una delle più gravi crisi umanitarie a livello globale, con oltre 30 milioni di persone, circa la metà della popolazione, che necessitano di assistenza umanitaria secondo le Nazioni Unite. Il World Food Programme ha stimato che più di 24 milioni di persone si trovano in una situazione di insicurezza alimentare acuta.

All’indomani dell’ennesima escalation di violenza, le organizzazioni non governative internazionali operanti in Sudan e riunite nel Sudan Ingo Forum, di cui COOPI fa parte, hanno ribadito la necessità di proteggere i civili e gli operatori umanitari, attraverso un appello. Appello che si rivolge alla comunità internazionale, incluso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, gli organismi regionali, i governi donatori e gli attori umanitari e che chiede di aumentare i finanziamenti per i progetti umanitari in Sudan, esercitare pressione diplomatica per garantire il rispetto del diritto internazionale, sostenere la creazione di corridoi umanitari.

COOPI opera in Sudan dal 2004 ed ha condotto 129 progetti a beneficio di 4,5 milioni di persone. Attraverso un approccio multisettoriale e integrato, nel corso degli anni COOPI ha ampliato l’accesso ai servizi di base, realizzando interventi nell’ambito della protezione, nella promozione della sicurezza alimentare e dei mezzi di sussistenza, dell’acqua e igiene e della riduzione rischi disastri, negli Stati del Nord Darfur, Kassala, Gedaref e Khartoum, e la base operativa si trova a Port Sudan. 

Per sostenere le attività di COOPI in Sudan, è possibile fare una donazione

L’impegno di COOPI è sul campo, ma anche sui mass media. Leggi le recenti uscite su media italiani per approfondire la situazione umanitaria in Sudan:

  • 31 ottobre, Famiglia Cristiana, Il silenzio che uccide il Sudan
  • 31 ottobre, Radio in Blu, intervento di Chiara Zaccone
  • 31 ottobre, Chora News, VivaVoce le interviste di SeieTrenta, intervista a Chiara Zaccone
  • 30 ottobre, L’Osservatore Romano: "Servono il cessate il fuoco e corridoi umanitari"
  • 30 ottobre, Vatican News, Sudan, COOPI racconta l’orrore di El-Fasher: “Uno scenario devastante”
  • 30 ottobre, Agenzia Nova: Sudan: ong Coopi racconta l’orrore di El Fasher, “peggio degli scenari ipotizzati, è devastante”
  • 29 ottobre, Nessun luogo è lontano, Radio 24, intervista a Chiara Zaccone, dal minuto '8