Sudan: un anno senza pace
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05-04-2024 | di COOPI

Sudan: un anno senza pace

Lontano dai riflettori, alle prese con un conflitto che dura ormai da un anno, il Sudan continua ad affrontare una delle peggiori crisi umanitarie del mondo. In questo scenario allarmante, COOPI -Cooperazione Internazionale continua a svolgere un’azione cruciale nel fornire assistenza e sostegno ai numerosi profughi e sfollati che hanno un urgente bisogno di ogni bene di prima necessità.

Scoppiata il 15 aprile dell’anno scorso, la guerra civile tra le forze armate sudanesi e le Forze di Supporto Rapido ha causato la morte di almeno 20 mila persone e fatto sì che oltre la metà della popolazione del paese, ovvero 27,5 milioni di persone, necessiti urgentemente di assistenza umanitaria (fonte: UNHCR). Le conseguenze della crisi sono allarmanti: il paese soffre del più alto numero di sfollati interni al mondo, con 8.5 milioni di persone costantemente in movimento per sfuggire agli attacchi. Inoltre, più di tre milioni di profughi sudanesi si sono rifugiati in paesi come Egitto, Ciad, Libia, Sud Sudan, Eritrea ed Etiopia.

Ma il Sudan rischia anche un altro primato: quello della più grave carestia al mondo. Secondo un rapporto della FAO, la produzione di cereali nel paese è diminuita del 46% nel 2023 rispetto all’anno precedente, arrivando all’80% nelle regioni dove il conflitto è più intenso. Ad oggi, 18 milioni di persone stanno affrontando livelli di fame emergenziali (UNHCR). 

In questo contesto critico, COOPI – Cooperazione Internazionale si è mobilitata per rispondere ai bisogni più urgenti, adeguando i progetti già avviati e le aree di intervento alle mutate necessità e condizioni sul terreno, oltre che ideando nuove strategie e iniziative volte ad offrire assistenza vitale alla popolazione e a mitigare le sfide che si presentano ogni giorno.

Nord Darfur 

La situazione di insicurezza e l'accesso umanitario limitato ad alcune località del Nord Darfur costituiscono una seria fonte di preoccupazione. Per questo COOPI, storicamente presente in questa area, si è attivata per rispondere in modo rapido alle conseguenze di possibili nuovi scontri, sviluppando piani di emergenza e fornendo servizi salvavita alla popolazione. Attraverso il supporto finanziario di partner come il BHA (Bureau Humanitarian Assistance) di USAID e il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), l’organizzazione opera per migliorare le pratiche igieniche e l’accesso all’acqua potabile, distribuisce cibo e strumenti per favorire l’agricoltura.

Khartoum

Khartoum, Omdurman e Khartoum Nord sono stati il fulcro degli scontri armati dall’aprile scorso, e continuano a rappresentare l’area con il più alto livello di violenza. Grazie al supporto finanziario del Coordinamento ONU per gli Affari umanitari (OCHA), e attraverso anche partner locali, COOPI offre assistenza alle famiglie più vulnerabili, distribuendo beni di prima necessità e fornendo rifugi temporanei. Ma anche in questa regione uno dei principali problemi resta la disponibilità di acqua: persino quando i pozzi non sono troppo distanti, diventano inaccessibili a causa dei continui scontri. In risposta a questa problematica, COOPI si è attivata rapidamente trasportando acqua potabile nelle zone di bisogno.

Gedaref

Nello stato di Gedaref, dove molti sfollati hanno cercato rifugio dalla guerra, COOPI, con il supporto finanziario dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), si impegna a rafforzare le comunità locali affinché possano far fronte agli effetti del conflitto. Attraverso programmi di formazione e interventi mirati, COOPI si impegna a fornire kit di emergenza, garantire l’accesso all’acqua potabile, a migliorare le strutture igienico-sanitarie e i sistemi di smaltimento di rifiuti sia nei campi profughi sia presso le comunità ospitanti.

Est del Ciad

Ma la crisi in Sudan si spinge ben oltre i suoi confini. Nella zona orientale del Ciad dall’inizio del conflitto si sono rifugiati oltre mezzo milione di persone provenienti dal Sudan, circa 65 mila dei quali sono ciadiani di ritorno, portando i campi profughi in uno stato di insofferenza totale. Per rispondere all’emergenza, da maggio 2023 COOPI ha ripreso a lavorare nella regione di Sila, a fianco dei rifugiati sudanesi, attraverso progetti di protezione dell'infanzia e promuovendo l’accesso e l’utilizzo più consapevole e sicuro dell’acqua. Grazie al sostegno di AICS, COOPI sta agendo per favorire l’accesso all’istruzione dei bambini colpiti dalle conseguenze della crisi in Sudan, non solo migliorando la qualità dell’offerta educativa, ma anche creando un’ambiente di apprendimento sicuro.

Mentre il conflitto persiste e la situazione umanitaria sembra essere sempre più allarmante, COOPI continua a sostenere gli sfollati e le comunità ospitanti attraverso operazioni di emergenza, ma anche di prima resilienza, affinché acquisiscano le competenze necessarie per rispondere autonomamente alle continue sfide. Nell’ultimo anno i 5 progetti attivati da COOPI hanno portato beneficio a più di 58 mila persone, con interventi di assistenza umanitaria, sicurezza alimentare, distribuzione di acqua potabile e beni di prima necessità e di riduzione del rischio di disastri. L’impegno di COOPI in Sudan punta a crescere, come ha dichiarato Ennio Miccoli, direttore di COOPI: 

Prioritario per COOPI nel prossimo futuro è accrescere ulteriormente la capacità di rispondere alle emergenze umanitarie nel paese, seguendo l’andamento del conflitto. Intendiamo potenziare ulteriormente la nostra presenza a Gedaref, Nord Darfur a River Nile e nel Northern State.” 

In Sudan, COOPI è presente dal 2004 per supportare i gruppi più vulnerabili colpiti dai conflitti e da catastrofi di origine naturale con interventi di sviluppo e assistenza umanitaria. Da allora sono stati realizzati 110 progetti, a sostegno di oltre 4 milioni di persone, nei settori di sicurezza alimentare, nutrizionale e dell’acqua, riduzione di rischi disastri, protezione, sviluppo economico e tutela dei diritti umani.