20-06-2016 | di COOPI
Le comunità locali accolgono i profughi in Nigeria
La vita nei campi profughi può essere una vita "sospesa", una situazione di disagio temporanea che troppo spesso rischia di stabilizzarsi. Lo sanno bene i circa 2.2 milioni di sfollati e rifugiati che si trovano nel nord-est della Nigeria, negli Stati di Borno, Yobe e Adamawa e fuggono dalla violenza di Boko Haram.
A fronte di questa crisi umanitaria anche le comunità locali si sono attivate per ospitare i rifugiati e offrire protezione e solidarietà. COOPI ad oggi opera nello Stato di Yobe, nei distretti di Potiskum, Damaturu e Fika. Oltre a fornire assistenza alla popolazione nei campi profughi, riesce a sostenere, 800 bambini, grazie ad un progetto per la protezione dell'infanzia promosso da UNICEF e dal Governo del Giappone e a supportare 1.300 "hosting households", con un progetto finanziato dalla Direzione generale per gli aiuti umanitari e la protezione civile (ECHO) della Commissione Europea. Si tratta di nuclei famigliari estesi che accolgono volontariamente i rifugiati e sfollati, integrando l'accoglienza nei campi e dando riparo, nella maggior parte dei casi, a bambini costretti ad abbandonare le loro famiglie, o rimasti orfani nel corso degli spostamenti dai luoghi colpiti direttamente dal conflitto nelle aree circostanti (i minori sono il 60% dei rifugiati presenti nello Stato di Yobe).
COOPI è presente nella zona da settembre 2014, dopo un primo intervento per rispondere alle prime necessità dei rifugiati: la fornitura di acqua e servizi igienico sanitari, l'approvvigionamento di un riparo sicuro e la distribuzione di beni di prima necessità, ha avviato il progetto finanziato da ECHO, attraverso il quale sta realizzando interventi per garantire la sicurezza alimentare e per migliorare la nutrizione dei minori che rischiano di essere malnutriti.